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Meccanica applicata e improvvisazioni in parete

Mountime | 14 nov 2019 | arrampicata
Partenza atletica di L2
Alla base della Punta Barbacanu

Fine ottobre. Fine stagione. Si parte, pronti per una settimana di arrampicata in Sardegna.
Non sembra neanche vero, che meraviglia !
Un furgone California in prestito che riempiamo con libagioni di ogni genere, musica e via…
Il traghetto da Livorno parte alle 22, per spezzare il viaggio pensiamo di fermarci a far due tiri alla Pietra di Bismantova dove non siamo mai stati. Bellissimo. Poche ore dopo ripartiamo e alla prima curva in salita il furgone si pianta inspiegabilmente. Irrimediabilmente. Inaspettatamente…abbiamo finito ancora prima di cominciare.
Non si capisce cosa sia successo, ma Matteo Faletti non demorde (com’è nel suo stile, devo dire!), apre il cofano e getta la testa dentro al motore… Benché abbia già sperimentato altre volte le sue doti eccellenti di meccanico, stavolta non sono per nulla ottimista…
“Fammi luce”, “trovami del fil di ferro”, “muovi lo sterzo”… alla fine risolve l’arcano: è uscita la leva del cambio ! “Perfetto, ora possiamo andare a dormire più consapevoli”…
“No no dai che ce la facciamo ! “In che senso?” “Se dal motore ti inserisco a mano la prima marcia, poi puoi andare su di giri e mettere anche la terza, perché è in linea”… “Non ci ho capito molto, ma se lo dici tu”. Resta il fatto che siamo dall’altra parte dell’Appennino rispetto al Mar Tirreno e il traghetto parte tra 2.45h. Probabilità di riuscire ad arrivare in tempo prossime allo zero.
Faccio del mio meglio per guidare senza bruciare la frizione e senza far spegnere il furgone.
Quando ogni tanto la marcia esce comunque, Matteo scende e incurante delle ustioni infila il braccio nel motore fino a rimettere la sfera del cambio in sede, cosi possiamo ripartire.
Immaginatevi per un attimo che numeri da circo siano necessari per fare i tornanti, fermarsi agli stop, entrare ed uscire dall’autostrada (pagando il ticket perché non abbiamo il telepass), con un furgone che ha solo la terza. Provare per credere.
Fatto sta che miracolosamente alle 21.59 entriamo rombando nel piazzale della Moby a Livorno… gli addetti all’imbarco hanno già rotto i ranghi, così ne approfittiamo per entrare a tutta velocità sulla nave che sta per chiudere il ponte… ci inseguono urlando e dimenando le mani come ossessi, ma ormai siamo dentro. Sembra un film, ma ce l’abbiamo fatta.
Scongiuriamo l’arresto e andiamo a dormire col sorriso sulle labbra: al resto penseremo domani.
Quando sbarchiamo sul molo di Olbia, alla luce del giorno Matteo completa il suo capolavoro…. utilizzando un cordino in kevlar privato della calza in nylon perché non si fonda con il calore del motore, riesce a bloccare in maniera abbastanza credibile la sfera che dirige la leva del cambio.

mille e un utilizzi del kevlar

Volevamo andare a Sud, ma decidiamo di sperimentare la tenuta del sistema non troppo lontano dalla città, dove eventualmente ci sono delle officine su cui ripiegare. Così sfogliando la guida optiamo per le Torri di San Pantaleo, che sono vicine e sembrano interessanti.
Una volta alla base delle pareti, ci dirigiamo verso la slanciata Punta Balbacanu.
Proviamo ad orientarci, cercando di capire quale delle vie esistenti ripercorrere, ma alla fine desistiamo e ci lanciamo un po’ a caso sulla linea che più ci attrae.
Dopo pochi metri realizziamo che l’impegno è decisamente superiore a quello atteso, ma proseguiamo fiduciosi. Più saliamo, più la scalata si fa esaltante, con movimenti stranissimi tra fessure arrotondate e tafoni che sembrano sculture di cartapesta.
Matteo riesce anche ad aggiungere un po’ di brivido alla via, con un delicato run-out in placca protetto da un nut spiattellato a suon di martello.

dado incastrato a martellate

Arriviamo in cima nella luce magica della sera che colora di fuoco la roccia tutt’attorno.
Con Matteo ci guardiamo e sorridiamo, felici come bambini.
Siamo consapevoli entrambi che la passione per la scalata, il nostro lavoro di Guide Alpine e tutto lo stile di vita che ne consegue, siano la nostra Prigione Dorata, ma forse non siamo ancora pronti per tentare un'evasione!!

 

P.S.: lì per lì pensavamo di aver aperto, anche se in maniera del tutto improvvisata , una via nuova, ma abbiamo scoperto di aver ripercorso a nostra insaputa i primi due tiri della via “Un granello di Sale”. La nostra pertanto può considerarsi solamente una variante di 4 tiri a questa linea precedente aperta da M.Oviglia e F.Erri nel 2015.

 

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