LA BELLA E LA BESTIA
Mountime | 18 gen 2019 | cascate ghiaccio Pale di S. Martino“FERMA SUBITO LA MACCHINA!!!!”
Rapidamente esco dall’auto ed inizio a fotografare una colata di ghiaccio pazzesca che scende da una parete. Il mio socio fa: “Potevi anche dirlo che dovevi far delle foto, credevo stessimo per investire qualcuno !”
In realtà sono io che sono rimasto investito, colpito in pieno da un treno di ghiaccio che parte da un nevaio sotto la Cima di Focobon ed arriva fino a terra, 250 metri più in basso. Una linea che mi fulmina in pieno. La mente parte a sognare ad occhi aperti, persa in una sorta di trip mentale. Invio subito la foto agli amici... “Ma sei impazzito? Quando si parte?”
Due giorni dopo sono ancora lì, alle 7 di mattina che aspetto l’alba con un obiettivo da 300mm per scattare delle foto migliori. Spunta il sole e la colata si rivela per quella che è...stupenda ! Questa linea mi attira come una calamita, devo trovare dei giorni liberi da lavoro e famiglia. Passano le feste e penso che forse qualcuno nel frattempo ci è già andato, ma l’08 gennaio decidiamo di provare e partiamo carichi come le molle.
La compagnia non potrebbe essere delle migliori: Alessandro, Matteo, Pelle e Sbiru, grandi amici e colleghi del gruppo guide Mountime. Bicio purtroppo si ammala e all'ultimo minuto è costretto a dare forfait. L’avvicinamento è lungo e si affonda nella neve, il saccone è pesante, ma la voglia di avventura è ben più forte, così dopo qualche ora ci ritroviamo al rifugio Mulaz dove lasciamo cibo e sacco a pelo. Raggiungiamo la base delle colate e ci dividiamo in due cordate, io ed Ale attacchiamo a sinistra, Matteo, Pelle e Sbiru a destra.
Facciamo due lunghezze di corda e poi una bufera di neve ci costringe a scendere.... torniamo al bivacco invernale del rifugio Mulaz per la notte. Fuori nevica e tira vento forte, speriamo in bene. Durante la notte mi sento male e mi assale una nausea potente... forse ho preso freddo, maledizione. Per un po' penso di non riuscire nemmeno ad uscire dal sacco a pelo, ma il pensiero di tutti i miei sforzi andare in fumo mi spinge almeno a provarci... tra l'altro verso le 6 le nubi si diradano e lasciano campo al cielo stellato. Ci incamminiamo verso la base della cima Focobon mentre albeggia. Il panorama è mozzafiato... peccato che mi viene da vomitare. Alessandro sale rapidamente con sicurezza e leggerezza il tiro chiave, è sempre allegro e sorridente... un po’ meno quando si trova in equilibrio precario sui ramponi e gli passo il trapano senza batteria (che pirla!!!!). La via è fantastica, l’ambiente surreale. Gli attrezzi tengono a meraviglia in questa neve compressa ma le viti da ghiaccio quasi nulla. Eravamo indecisi fino all'ultimo se portare o no il trapano ma ci rendiamo conto di aver fatto bene... del ghiaccio non ci si può fidare, e le poche isole di roccia affioranti non offrono alcuna possibilità di proteggersi né con i friends, né a chiodi. Verso mezzogiorno siamo quasi in cima alla via e anche il mio stomaco sembra sistemarsi. Mentre ci prepariamo per le doppie vediamo che sulla nostra destra anche Matteo ha concluso “la Bestia” e scendendo ammiriamo il tiro-capolavoro che ha appena salito: chapeau !
Ci ritroviamo tutti e 5 al bivacco, davanti al nostro amico termometro sempre fermo a fondo scala, quindi scendiamo in Val Venegia dove un tramonto infuocato ci regala le ultime emozioni: che spettacolo della natura... un fotografo pagherebbe oro per essere lì in quel momento, ma le immagini migliori sono quelle da imprimere nella memoria.
Dopo questa splendida avventura con i miei grandi amici questo scenario rimarrà di certo indelebile nella mia mente. Non ci rimane che dare un nome a queste due linee gemelle, e vista la loro natura “La Bella e la Bestia” ci sembra azzeccato.
Grazie ad Alessandro Beber, Matteo Faletti, Marco Pellegrini e Marco Zanni per aver condiviso questi momenti.
Simone Banal
P.S.: Il dispiacere di non poter essere della partita ha spinto il nostro socio Bicio ad un recupero-lampo, tanto che con il giovane Federico Monegatti l’11 e 12 gennaio si sono aggiudicati la prima ripetizione de “La Bella”. Domenica 13 dicembre sono stati invece Paolo Baroldi e Giuseppe Vidoni ad aggiudicarsi la prima ripetizione de “La Bestia”.
Logistica:
Da val Venegia raggiungere il rifugio Mulaz, possibilità di dormire nel bivacco invernale 12 posti letto. Dirigersi sotto Cima Focobon e costeggiare la parete fin sotto le colate sul versante NE. (Le colate non si vedono dal rifugio, ma basta spostarsi 400m in direzione Falcade e si possono vedere). Entrambe le vie corrono a destra dello Spigolo Nord, una via di roccia aperta da Dino Fontanive e Paolo Fauri nel 1962. Le soste di tutte e due le vie sono attrezzate per la discesa in doppia, a fix e clessidre (solo l'ultima sosta de “la Bestia” ha una calata attrezzata su Abalakov, visto che la batteria del trapano aveva preso il volo !