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Arrampicata a Briançon

Mountime | 22 giu 2023 | arrampicata Experiences
Rock climbing

 
L’area circostante la cittadina di Briançon è famosa nella comunità degli scalatori. La regione dell’Oisans offre infatti numerose opportunità a tutti gli amanti dell’arrampicata: dalle vie alpinistiche in alta montagna alle zone boulder a pochi passi dal parcheggio.

Siamo in tre guide e soci in affari a concederci tre giornate di ferie: Franz Salvaterra, Fede Monegatti e Franz Nardelli. 

Il meteo è incerto, decidiamo quindi di dirigerci verso Briançon visto l’enorme ventaglio di possibilità che offre.

Partiamo alle 20:00 dal casello di Rovereto sud e dopo parecchie ore di viaggio arriviamo  in un piccolo spiazzo erboso sopra al paesino di Les Vigneaux. Giusto il tempo di preparare la tenda e crolliamo nei nostri sacchi a pelo, dopo aver a malincuore fissato la sveglia alle 6 di mattina.
Domani ci aspetta una lunga giornata.

 

Tète d’Aval, Ranxerox 600m (17 tiri) 7a/S2/III

La moka borbotta sul fornelletto a gas, une veloce colazione e si parte.
La vista è meravigliosa: siamo a 2000 metri e sui versanti a nord delle montagne di fronte a noi abbonda la neve. Il meteo è ottimo ma sappiamo che nel primo pomeriggio sono previsti temporali. Bisogna camminare un’oretta abbondante, il sentiero è ben battuto e l’attacco è segnato con la scritta RX in vernice gialla. Lasciamo alla base i piumini, con il senno di poi si potevano lasciare anche uno zaino e le scarpe.

La “classica” della parete è la via Ranxerox, che tra le altre cose può vantarsi di essere stata inserita nella selezione delle “vie leggendarie” del famoso alpinista francese Aranaud Petit. Noi siamo dunque qui per lei. 

La parte bassa tocca a Federico. È bella ma lo stile è molto tecnico e va un pelo digerito. I primi tiri non li passeggiamo. La parte centrale spetta a Franz Nardelli. Il secondo 7a non è per nulla scontato e in generale i gradi non sono regalati. L’arrampicata è entusiasmante, non c’è un solo appiglio mobile e bisogna sempre pensare ai movimenti, rovesci, svasi, goccette, sostituzioni. La spittatura è piacevole, mai pericolosa o lunga ma nemmeno ascellare, questo Cambon (che qui ha aperto tutto) ci sa fare. 

Per divertirsi è bene avere un buon 6c a vista, altrimenti vanno messi in conto parecchi resting anche sui tiri più facili. 

Il pilastro finale, come descritto, è veramente il top, una serie di tiri estremamente tecnici e magnifici dove vanno tenuti gli occhi aperti per interpretare la linea sulla roccia compattissima. 

Sopra le cime alle nostre spalle si stavano creando dei cumuli poco rassicuranti. Nonostante le avvisaglie, proviamo a forzare la mano e a continuare la nostra ascensione. Ad un tiro dalla fine, nonostante Franz Salvaterra abbia scalato gli ultimi spettacolari tiri in placca in tempo record, la pioggia ci raggiunge.

Rimpiangendo di perdere l’ultimo tiro ci caliamo dalla via fino alla cengia, sulla sinistra riscendiamo il ripido canale di scolo e troviamo riparo in una grotta con un muretto a secco. Abbiamo un accendino e c’è della ramaglia secca, decidiamo quindi per una pausa di un’ oretta per asciugarsi e vedere se smette di piovere. È veramente piacevole asciugarsi di fronte al fuoco con i vestiti che fumano e le mani che riprendono sensibilità. 

 



Purtroppo constatiamo che il maltempo non ha intenzione di lasciarci tregua, dunque riprendiamo a calarci. Sulla parete è stata attrezzata una linea per le calate che parte dal bordo superiore del grande tetto, dove esce la via “Ballade des Enfers”. Le calate sono facili e dirette ma non è affatto piacevole la sensazione di non avere margine di errore, fortunatamente tutto comunque va per il meglio. 

Ranxerox nel complesso è sicuramente una magnifica via sportiva. Gioca a favore anche il fascino esotico, il panorama e l’ottima compagnia che ha contribuito sensibilmente a rendere la giornata memorabile. 

Per quanto riguarda la relazione se ne trovano parecchie, ci siamo trovati bene con quella della guida di Francesco Piardi (Arrampicate nelle Alpi), a cui siamo grati per l’ottimo lavoro e per aver ispirato il viaggio. 

Bisogna prestare attenzione ai raccordi con altre vie sulle cenge. Il tiro 10 e 11 (traverso a destra e dritti verso lama atletica) si collegano in maniera naturale, non conviene collegare nessuno degli altri. Il materiale che serve è poco, 12 rinvii, qualche cordino e due corde da 50 o 60m. Per una scalata più omogenea sul grado 6c Arnaud Petit nella nuova guida “Nouvelles Parois de Légende” (purtroppo solo in francese) consiglia la combinazione di Ranxerox+Mémoire de l’Au+Ranxerox. Potrebbe essere un’ottima idea per chi soffre sul 7a.

Completamente bagnati, ci portiamo con il riscaldamento a palla verso Briançon e dopo una pizza nell’unico ristorante aperto, prendiamo alloggio all’hotel.

Il giorno successivo piove al mattino, ce la prendiamo con calma facendo due passi in paese per poi, in pochi minuti di auto, portarci alla falesia Le Traverses et la Vignette. Scegliamo il settore a fianco alla torre, appena sopra la strada perché è asciutto e relativamente riparato, in ogni caso non si scalerebbe sotto una pioggia seria. 

E’ una falesia di calcare metamorfizzata un po’ strana, l’arrampicata è atletica su tiri lunghi, molte prese scavate o ritoccate. Carina, nulla di speciale ma tutto sommato è quello che fa al caso nostro.

La sera ci abbandoniamo ad una cena abbondante a base di raclette in un ristorante dentro le mura di Briançon e andiamo a dormire in uno chalet a Les Vigneaux.




 

Ailefroide, secteur Eboulement, Le deserte du tartare 450m 6c+/S2/III

Torna il bel tempo e nel poco tempo che abbiamo vogliamo esplorare la zona e vedere il più possibile, decidiamo quindi di cambiare area. 

Nell’Oisans esistono almeno cinque tipi differenti di roccia, oggi tocca al granito. 

Al mattino sul presto risaliamo la valle stretta e alpina fino alla località Ailefroide, ai piedi del Pelvoux. Fuori dall’auto ci sono 5 gradi, non c’è in giro nessuno e nell’area del camping è tutto chiuso. 

Lasciata la macchina ci dirigiamo verso l’attacco, l’accesso è breve, una ventina di minuti. Anche questa volta il luogo è meraviglioso, molto verde, molta acqua, ricorda una più piccola ma ampia valle di Daone. C’è roccia in abbondanza e si intuisce subito lo stile prevalente delle vie: si tratta di contrafforti a placche spesso appoggiate e molto articolate, sulla cui sommità si trovano dei pascoli che fanno da base alle bastionate di alta montagna del Pelvoux, della Barre des Ecrins e altre.

E’ un luogo ideale per fare vie lunghe (anche molto lunghe) di media difficoltà e ben attrezzate. Ci sono moltissime vie sul 5a/6b, noi scegliamo una tra le impegnative: Le Desert du Tartare. È una salita di 15 tiri aperta da locals nel 2004. Visto da sotto il settore Eboulement (significa frana) non fa impazzire, è una parete disarticolata e appoggiata ma si intuisce subito che ci sono settori interessanti.

I primi tiri sono mediocri, specie il secondo che fa scalare un traverso a due metri da terra per evitare un canale camminabile. Il terzo tiro, definito il chiave, sale una placca liscia che volendo si può facilmente aggirare sulla sinistra evitando un paio di fix per rientrare poco dopo. Sulla guida la placca è data di 7a+ ma a nostro avviso arriva a stento al 6c+, opponendo comunque un paio di passaggi aleatori dove bisogna stare bene sui piedi. 

Con il quarto tiro la parete si raddrizza e si entra nella parte interessante. L’arrampicata si fa a tratti atletica, e i successivi sei tiri sono tutti di qualità. Per arrivare in “cima” percorriamo tutte e 15 le lunghezze ma va detto che le ultime due possono essere tranquillamente evitate, sono poco più di prati ripidi. 

 

 

Nel complesso siamo soddisfatti di queste belle giornate, il periodo scelto è stato perfetto quanto a condizioni e temperature, sicuramente non sono vie da fare in estate al sole.

Ci torneremo sicuramente, è un posto ideale dove si respira aria rigenerante. La gente della zona è molto alla buona e anche le abitazioni rispecchiano l’atmosfera rilassata. Casette riservate poco costose e appariscenti, con tetti di lamiera arrugginita e auto economiche a fianco, negozietti e botteghe poco ordinate con un concetto di pulizia che ammicca al sud america, la merce su scaffali sgangherati e i commessi lenti.

Location perfetta per rimettere in discussione le priorità della vita e godersi un po’ di imperfezione.

 

Se anche voi volete provare l'emozione di scalare a Briançon insieme allae guide di Mountime, compilate il questionario sul sito o scrivete a [email protected]

Buone avventure dalle guide Mountime!